Intossicazioni

Stampa

Le intossicazioni sono dovute ad inalazione, ingestione, contatto cutaneo e /o oculare, via rettale, inoculazione. 

INALAZIONE 

Le intossicazioni per inalazione si suddividono ulteriormente in: 

  1. Diluizione o sostituzione di Ossigeno con altri gas . L'ossigeno nell'aria atmosferica è in concentrazione del 21%. Per esempio negli incidenti o nei suicidi con gas da cucina, si satura l'ambiente di gas che toglie spazio all'ossigeno. Sospettando una fuga di gas non dobbiamo accendere la luce o suonare il campanello. Quando entriamo in una stanza piena di gas dobbiamo aprire subito le finestre per immettere nuovamente l'ossigeno. 
  2. Gas solubili nei liquidi organici e fissati nei tessuti. Sostituiscono l'ossigeno nei tessuti provocandone la morte. Sono soprattutto i gas anestetici fatti inalare al paziente durante gli interventi chirurgici. Questi però sono accompagnati da ossigeno al 70%. L'ossigeno diminuisce la loro tossicità e consente l'effetto anestetico necessario ad eseguire l'intervento chirurgico. Il CO, monossido di carbonio è un gas inodore e incolore che può diffondersi e accumularsi nell'ambiente senza segnalare la sua presenza e, quindi, può dare luogo a gravi avvelenamenti, a esito spesso letale. Esso si produce per la incompleta combustione di sostanze contenenti carbone, benzina, petrolio o gas naturale. Può formarsi, in particolare, in impianti di riscaldamento domestici, compresi caminetti e stufe, in condizioni di carente ossigenazione, ed è presente nel 3-7% dei gas di scarico di autoveicoli, entro locali poco aerati, come garage e parcheggi chiusi. Il monossido di carbonio inalato si lega facilmente all'emoglobina, per la quale ha un'elevata affinità, competendo con l'ossigeno; ciò porta alla formazione di un composto stabile, la carbossiemoglobina (COHb) e, dunque, a una carente ossigenazione del sangue. A livello dei tessuti si produce una condizione di insufficiente ossigenazione, che, in sede cerebrale, causa gravi deficit, perdita di conoscenza e, nei casi più gravi, coma; a livello polmonare, si verificano gravi crisi respiratorie che complicano la condizione del paziente. Possono insorgere anche crisi epilettiche e alterazioni del ritmo cardiaco. Dopo solo un'ora di esposizione in locali contenenti aria con lo 0,1% di monossido di carbonio, nel sangue il 50-80% di emoglobina si presenta sotto la forma COHb, il che conduce rapidamente al coma e alla morte. Avvelenamenti meno gravi si manifestano con stati confusionali, irritabilità, nausea e vomito. Tipico sintomo di questa forma di avvelenamento è la colorazione rosso vivace delle mucose, dovuta al colore della carbossiemoglobina. 
  3. Gas irritanti, caustici e corrosivi. A questa categoria appartengono i prodotti per le pulizie della casa che usiamo molto spesso mescolandoli. Proprio quando si uniscono una sostanza acida e una basica, se una delle due contiene cloro, si forma una molecola di cloro che si unisce all'ossigeno dell'acqua delle nostre mucose formando acido cloridrico corrosivo per le mucose. Anche chi usa acido cloridrico e soda o acido solforico e varechina rischia di intossicarsi, e se soffre di asma o bronchite cronica, peggiorerà i propri sintomi. Dobbiamo utilizzare un solo prodotto alla volta per le pulizie, senza mescolarlo o sovrapporlo ad un altro appena adoperato. 

INGESTIONE 

Sono soprattutto le bacche che si trovano nei campi o nei giardini e che sono scambiate per caramelle dai bambini, ma anche farmaci presi in quantità tossica per l'organismo. 
Dobbiamo avvertire i nostri figli di non mangiare bacche anche se sembrano appetibili. In caso di farmaci, di solito esiste un antidoto o è effettuata con urgenza una lavanda gastrica in ospedale. A volte ingeriamo sostanze caustiche o corrosive perché inavvertitamente abbiamo messo la varechina o la benzina in bottiglie di acqua minerale, o un detersivo per piatti in una tazza per lo zucchero. In questi casi dobbiamo saper descrivere il prodotto ingerito al medico o al centro antiveleni, che ci suggerirà come comportarci. 
Il vomito non è quasi mai consigliato , perché nel caso di prodotti caustici, come il verderame, non fa altro che peggiorare l'irritazione delle mucose. Con i detersivi schiumogeni può produrre schiuma che quando esce dalla bocca entra nel naso e chiude le vie respiratorie provocando morte per asfissia. 
I derivati del petrolio come diluenti per vernici, trielina, acquaragia, benzina, gasolio e cherosene sono poco solubili in acqua e molto nei grassi. Bisogna bere molta acqua e non usare assolutamente latte, olio o formaggi che aggravano la situazione. 

CONTATTO CUTANEO E OCULARE 

Qualsiasi sostanza corrosiva, tossica o velenosa messa a contatto con cute o occhi deve essere rimossa il più presto possibile. È consigliabile spogliare completamente la persona, lavarla con abbondante acqua e se il liquido è oleoso, con acqua e sapone. Gli occhi, molto sensibili alle sostanze tossiche, vanno lavati con un getto continuo e delicato di acqua e trattati direttamente in un Pronto Soccorso oculistico. 

VIA RETTALE 

Le supposte per adulti, date inavvertitamente ai bambini, o i clisteri di acqua ossigenata, possono avere conseguenze pericolose In questi casi avvisare subito il medico. 

INOCULAZIONE 

Cani, gatti, topi, volpi, api, vespe, ragni scorpioni, serpenti possono inoculare tossine e veleni nel nostro organismo. È bene rivolgersi al più presto ad un centro attrezzato a risolvere queste emergenze, cercando di rimanere calmi e di bloccare se possibile l'espansione dei veleni. 

Il carbone attivato “800 metri quadrati per grammo” o “2000 metri quadrati per grammo ”, in forma di polvere, è un antidoto quasi universale dei tossici ingeriti e non è mai dannoso. Deve essere richiesto espressamente in farmacia con questa dizione. 
Un granello di questa polvere di carbone attivato visto al microscopio elettronico assomiglia ad una spugna piena di anfrattuosità che legano le altre sostanze. Quattro grammi di carbone attivato disteso sono estesi come una superficie di un campo di calcio, circa 8000 metri quadrati. 
Il carbone attivato deve essere sciolto nell'acqua nella misura di 0,5 – 1 grammo / kg di peso corporeo. In caso di una persona che pesi 70 kg, vanno messi in una caraffa 70 grammi di carbone attivato. Aggiunta poi acqua fino a riempire la caraffa mescoliamo fino a farla diventare una pastella (il carbone attivato non si scioglie in acqua), che va bevuta in 3-5 dosi di circa un bicchiere entro un'ora. Non dobbiamo bere subito tutto il contenuto della caraffa perché può scatenare il vomito che è pericoloso.   

Nota bene: il carbone vegetale in compresse che si usa normalmente non serve da antidoto, ma solo per diminuire le flatulenze e i gonfiori addominali.