Atropa Belladonna

È una pianta che cresce all'ombra e sul terreno calcareo. Le donne asiatiche e africane usavano il succo delle sue bacche per allargare le pupille e rendere lo sguardo più interessante. Da questo il nome Belladonna. 
Tuttora è usata in campo oculistico proprio per questa proprietà che facilita la visita agli occhi. 
Essendo una pianta velenosa, fu chiamata anche Atropa, il nome di una delle Parche, quella che tagliava il filo della vita. 
Le sostanze attive usate in terapia sono: l'hyosciamina, la belladonnina, l'atropina, la scopolamina. 
L'Omeopatia sfrutta la tossicità di queste sostanze usando la Belladonna diluita e dinamizzata per curare varie malattie. La belladonna, infatti, è uno dei farmaci cosiddetti “policresti”. Significa, in pratica, che hanno varie possibilità terapeutiche agendo su tutti gli organi ed apparati. 
Iniziamo dal sistema nervoso, dove cura la grande eccitabilità, l'insonnia dopo un'eccitazione, nonostante la voglia di dormire. È il rimedio d'eccellenza del mal di testa, soprattutto quello violento, peggiorato pettinando i capelli. È utilizzata anche nella cefalea con raffreddore dopo un taglio di capelli.
Per l'occhio cura le affezioni con gran bruciore, secchezza e sensazione di calore, le pupille dilatate. Non dimentichiamo che la sostanza omeopatizzata cura gli stessi sintomi che produce a dosi naturali e tossiche. 
Uno degli usi più conosciuti della Belladonna omeopatica è quello inerente ai sintomi dell'apparato respiratorio. 
Iniziando dal naso, controlla la secchezza prima del raffreddore. Cura il già citato raffreddore dopo il taglio dei capelli; il rossore e gonfiore internamente ed esternamente come se si formasse un foruncolo. Migliora l'epistassi con viso arrossato; la rinite fluente di giorno da una sola narice, che si ostruisce di notte. 
È utile nelle otiti con arrossamento e gonfiore del timpano. 
Per la gola si usa quando c'è una sensazione di soffocamento addormentandosi; con faringe secca di colore rosso scuro, con tonsille ingrandite, doloranti quando s'inghiottono i liquidi, che se non riescono a passare escono dal naso. Spasmi della laringe ed esofago. Desiderio costante di deglutire, nonostante il dolore e la sensazione di spasmo. 
a usiamo quando la tosse è breve, con formicolio in gola e aggravata di notte. Nella tosse convulsa con occhi lacrimanti, volto arrossato, calore al capo, vomito, minzione involontaria. Nella tosse con parossismi ogni quarto d'ora di pochi colpi abbaianti, provocati da vellichio. Nei dolori puntori al torace durante gli attacchi. I sintomi respiratori migliorano con bevande calde o compresse calde applicate sul torace a livello dello sterno. 
La febbre ha la caratteristica di una sudorazione abbondante, contrariamente ad Aconito, un'altra pianta velenosissima usata in Omeopatia che è più indicata nella febbre con brividi. 
Sono due rimedi delle situazioni acute, e per questo fanno parte delle formulazioni di complessi omeopatici che curano l'influenza e i suoi vari sintomi quali febbre, raffreddore, tonsillite, otite, tosse. La Belladonna si è dimostrata utile anche nelle malattie esantematiche dei bambini, perché cura le situazioni d'eruzioni della pelle che si allargano rapidamente: scarlattina, varicella, rosolia e morbillo. 
Nella sua azione risponde ai sintomi classici dell'infiammazione: “calor, rubor, tumor, dolor”, in altre parole caldo, arrossamento, tumefazione (gonfiore), dolore. I sintomi sono aggravati dall'aria, dalla luce, dal rumore, dal movimento e tagliandosi i capelli.

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