Psiche e Omeopatia

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Le scuole omeopatiche Anglo Americana e Sudamericana (Kent- Masi Elizalde-Pashero) ritengono i sintomi psichici i più importanti dopo quelli eziologici. Il concetto di base è che se ti bagni la testa quando piove, ti bagni anche il resto del corpo. Significa che, per loro, è la psiche che condiziona tutti i sintomi fisici. Quando il paziente viene a consultarci, bisogna dare rilievo ai sintomi fisici, ma ricercare anche e sopratutto quelli psichici. Per esempio indagheremo su malattie che sono conseguenza di emozioni, umiliazioni, cattive notizie, delusioni amorose, lutti, rimproveri, collera, ansia, avversione per il lavoro. Chiederemo al paziente se ha una buona concentrazione, se è confuso, se ha memoria, se ha paure, se migliora o peggiora quando viene consolato, se dispera di guarire, se piange, se ride, se è indifferente alla vita o verso coloro che ama, se compartecipa al dolore altrui, se è distratto, impaziente, disordinato, meticoloso, se ha mai avuto pensieri di suicidio. 
La difficoltà dell'anamnesi omeopatica è maggiore nella ricerca dei sintomi psichici. A volte il paziente negherà qualche sintomo (gli uomini difficilmente ammetteranno di piangere o essere ossessionati da qualche paura) o tenderà ad esagerarne altri. Ci sono pazienti che risponderanno con difficoltà alle domande e tenderanno a dire sempre no o a non esprimersi in modo aperto col medico. Questo atteggiamento può essere tradotto nel sintomo “avversione per il rispondere”. Altri ancora saranno talmente “loquaci” da rispondere prima di essere interrogati. Il medico dovrà valutare la fedeltà delle risposte e l'importanza di un sintomo rispetto ad un altro. Dovrà quindi definire la “sindrome (insieme di sintomi) minima di valore massimo”. Dovrà cioè basarsi per la diagnosi e la terapia solo sulle risposte chiare, importanti e su quello che il paziente dice senza essere interrogato, per esempio rimorsi, rimproveri verso sé stesso o gli altri, l'insoddisfazione , il sospetto, la timidezza, le umiliazioni subite, i pensieri persistenti o previdenti. 
Il medico potrà essere aiutato dai familiari per quei sintomi che il paziente vuole nascondere, ma che loro conoscono bene come l'irritabilità, il non sopportare la contraddizione, l'abitudine a contraddire gli altri. 
I sintomi psichici in omeopatia non vengono valutati come nella psicanalisi, dove sono interpretati come dipendenti dai rapporti tra genitori e figlio o da sessualità più o meno inespresse a livello inconscio. 
Servono invece a scegliere i farmaci omeopatici che rispondono a quel determinato sintomo. Si mette così in evidenza il farmaco che si ripete in tutti i sintomi psichici del paziente. Quello sarà il “simillimum” , cioè il farmaco più simile al paziente e dovrà essere prescritto, naturalmente verificando se è utile anche per i sintomi fisici descritti dal paziente, o dai segni riscontrati dal medico omeopata.