La terapia neurale è una metodica che utilizza anestetici locali. Ma nessuno si è mai chiesto cosa non è la terapia neurale: non è mesoterapia, non è anestesia, non è una terapia antalgica, non è una cura palliativa, non è una medicina alternativa.
La Terapia neurale ha tre pilastri che sono la Neuroanatomia, la Neurofisiologia, la Semeiotica che sono anche le conoscenze che dovrebbe avere ogni medico, ma che sono state poco studiate e dimenticate nel tempo.
La base di tutto è che qualsiasi organo è innervato e neuroregolato. Ma da cosa è innervato e neuroregolato?
Dal grande assente in medicina: IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO che si divide in Simpatico e Parasimpatico. Il sistema Simpatico ci consente lo stato di attività, dove utilizziamo l’adrenalina per agire, durante il lavoro, lo sport, lo studio, ma anche attaccare il nemico o fuggire da una situazione pericolosa. Il sistema Parasimpatico, dove utilizziamo Acetilcolina, ci consente di riposarci e ricaricarci delle energie spese utilizzando il sistema Simpatico. L’equilibrio tra i due Sistemi ci fa vivere senza patologie. Ma c’è un rovescio della medaglia: che senza innervazione non ci sarebbe attività organica, né infiammazione, perché l’organo denervato non sviluppa infiammazione. Oggi sappiamo che l’attivazione e il mantenimento dei processi infiammatori (acuti o cronici) sono funzioni peculiari del Sistema Nervoso Autonomo; senza input autonomici non si ha infiammazione. L’infiammazione e l’immunità sono regolati da riflessi neurali.
Una informazione nervosa patologica può sviluppare una malattia e può diffondersi e disturbare attraverso le vie neuronali (il sistema nervoso), fasciali (le fasce che, come le pellicole trasparenti che utilizziamo per sigillare gli alimenti, circondano muscoli, organi e visceri come involucri) e la matrice (cioè lo spazio che abbiamo tra le cellule, gli organi ed apparati e che li collega tra loro).
Per questo, quando pungiamo con aghi di agopuntura o quando infiltriamo anestetici in un punto reattivo, possiamo migliorare i sintomi di un organo o apparato anche lontano dal punto trattato. Dal midollo spinale ci sono archi viscero - cutanei e cuti - viscerali. Possiamo cioè avere dei sintomi che dai visceri si manifestano nella cute e che dalla cute si sentono nei visceri.
Questo spiega il concetto di spina irritativa o campo di disturbo che agisce con continuità mantenendo una determinata condizione patologica o esacerbandola periodicamente. Tutti abbiamo avuto per esempio una cefalea, una lombalgia, una tonsillite, una cistite, una gastrite, un’asma, un’alterazione mestruale con dolori. Miglioravano con trattamento farmacologico, ma si ripresentavano dopo qualche giorno o qualche mese. Queste patologie recidivanti o croniche sono alimentate da campi di disturbo che possono essere cicatrici, tonsille, seni paranasali, denti mal curati, plesso genitale, tiroide, corpi estranei e linee di frattura.
Le membrane delle cellule in stato di salute hanno una carica di -70 millivolt. Quando passa lo stimolo nervoso, arrivano a + 40 millivolt, poi si resettano a -70. Se lo stimolo continuo è patologico, rimangono a + 40 millivolt e non riescono a tornare a -70. Utilizzando gli anestetici locali in uno o più campi di disturbo, nei punti dolenti, nelle emergenze nervose, nei gangli nervosi, nei punti trigger muscolari (trigger significa grilletto che spara il problema in un altro punto del corpo), si fa in modo che la cellula ritorni allo stato fisiologico di -70 millivolt.
In questo modo il dolore, l’allergia o l’alterazione fisiologica migliorano immediatamente. Poi, a seconda di quanto tempo ha agito il campo di disturbo possono ripresentarsi, ma trattando di nuovo per alcune volte con anestetici locali si resetta il campo di disturbo e si annullano del tutto problematiche che una persona aveva cronicamente anche da 15 o 20 anni.
Per capire in modo figurato come agisce la Terapia Neurale basta pensare ad un computer che si blocca. Per farlo funzionare in modo corretto dobbiamo riavviarlo o resettarlo.
Il problema è che la terapia neurale è sconosciuta non solo dai pazienti, ma anche dai medici che non essendone informati non possono consigliarla e continuano a trattare le patologie con farmaci, facendole diventare croniche. Ultimamente sto guarendo cefalee che duravano da 15 anni, nevralgie del trigemino che rendevano i pazienti debilitati in modo continuativo, riniti allergiche e asme che si protraevano da quando la persona era piccola mantenendosi anche in età adulta, problemi di infertilità di coppia ed altre patologie che ho elencato in precedenti articoli.
L’importante, quando si visita un paziente, è la semeiotica, cioè l’arte medica di fare le domande giuste, di chiedere cosa è successo prima dell’arrivo di una determinata patologia.
Poi c’è l’esame obiettivo con ispezione, palpazione e eventuale utilizzo di analisi o esami strumentali che di solito la persona nel suo peregrinare tra tanti medici ha già effettuato, il più delle volte con risultati negativi.
Molti pazienti mi dicono: “gli specialisti che mi hanno visto mi hanno fatto fare una miriade di esami, TAC, Risonanze ecc. che spesso o sono negative o non chiariscono il perché della mia patologia”. Così il paziente (che si chiama paziente per questo), non riesce ad avere risposte da nessuno e continua a manifestare il problema per anni. Bisogna avere la mente aperta, fare le giuste domande e utilizzare gli strumenti più idonei perché, come ogni persona è diversa, così sarà diversa la sua patologia.