L’assorbimento degli zuccheri si ha a livello dell’intestino tenue con gli enterociti, le cellule intestinali, che tramite l’amilasi, secreta dal pancreas, riducono le cellule di amido in disaccaridi (saccarosio e galattosio) e poi in glucosio.
L’ipoglicemia è la caduta dei livelli di glucosio nel sangue al di sotto di 0,70 - 0,30 g. provocata dal pancreas che secerne insulina dopo eccesso glicemico. L’ipoglicemia fa intervenire le ghiandole surrenali che stimolano l’adrenalina che è iperglicemica; il fegato che, con attivazione della glicogenolisi, scinde il glicogeno in glucosio. Lo zucchero bianco raffinato assorbito nell’arco di poco tempo provoca il picco di iperglicemia. Il pancreas produce insulina in abbondanza, con ipoglicemia negativa e voglia di consumare zuccheri. I microvilli dell’intestino tenue hanno enzimi per digerire non solo i carboidrati, ma anche i lipidi e le proteine.
La secrezione di insulina è controllata dall’intestino tenue che manda l’ordine al pancreas prima che il glucosio e gli aminoacidi arrivino al fegato attraverso la vena cava inferiore.
Una parte di glucosio rimane nel fegato, una va oltre e tramite le arterie ritorna al pancreas che secerne ancora insulina. Se c’è fegato grasso avremo maggiore secrezione di insulina, aumento di grasso, ovaio policistico ed endometriosi. L’insulina nel fegato blocca il glucosio nell’epatocita e lo trasforma in glicogeno, nella quantità di 50 grammi. Il glicogeno è la scorta di zuccheri che viene utilizzata quando si è in carenza. Il resto si trasforma in grasso. Se c’è steatosi epatica (fegato grasso) si trasformano in glicogeno solo 20-30 grammi. Il resto del glucosio lascia l’epatocita con le lipoproteine e aumenta il grasso nelle cellule. Oltre alla glicemia dobbiamo dosare l’insulinemia. C’è una formula:
glucosio x insulina 405.
Se il valore supera 2,5 quello che mangiamo diventa tutto grasso. Dobbiamo abbassare l’indice insulinemico post prandiale. Se c’è maggior glucosio nel sangue avremo emoglobina glicata che non porta ossigeno alle cellule, così il grasso non si brucia. Saremo stanchi e deboli, mangeremo di più e ingrasseremo di più. La formula tra circonferenza a livello dell’ombelico diviso l’altezza deve essere minore di 0,55. Nelle bambine in iperglicemia il menarca è anticipato a 9 anni per maggiore massa grassa. Nei bambini avremo un ritardo di maturazione a 13-14 anni per maggiore insulina, minore testosterone. L’adipocita (cellula grassa) è una cellula molto intelligente, non ha mitosi come i neuroni. Si forma dalle cellule staminali presenti ogni 50 adipociti. Con maggiore grasso si ipertrofizza, ma fino ad un certo livello perché non vuole morire e cambia così la sintesi proteica stimolando la produzione di altri adipociti dalle cellule staminali. Per fare questo produce le citochine, proteine infiammatorie che proteggono l’adipocita dall’eccesso di grasso, bloccando i recettori del glucosio presenti nella parete esterna dell’adipocita. Avremo così l’infiammazione del tessuto adiposo che stimola la produzione di nuovi adipociti dalle cellule staminali. Il grasso che si accumula nella mammella può produrre, a lungo andare, il cancro al seno. Se dimagriamo gli adipociti formati rimangono per sempre. Quindi mangiamo ancora per nutrire gli adipociti che non vogliono atrofizzarsi del tutto.
Per evitare questa situazione dobbiamo:
- dimagrire lentamente per dare modo al corpo di memorizzare il nuovo peso. Ci vogliono tre mesi.
- mangiare fibre, proteine senza zuccheri rapidi nella prima colazione. Va bene muesli con nocciole e uvetta.
- integrare la dieta con vitamine del gruppo B presenti anche nei legumi, nei cereali integrali e nel lievito di birra e alimenti con omega 3 come le noci e il pesce.
- bere maggiore acqua lontano dai pasti per aiutare la digestione altrimenti l’intestino prende acqua dal sangue, diminuisce la pressione arteriosa e avremo stanchezza e maggiore fame
- compensare le perdite di oligoelementi e ripristinare le normali attività glucidiche con zinco e cromo mangiando cereali integrali e frutta secca come pinoli, noci, mandorle.
- mangiare fibre sotto forma di verdure crude prima di pranzo e cena per digerire meglio i carboidrati e proteine ed evitare che si trasformino in grassi.
- mangiare frutta lontano dai pasti per tamponare l’eventuale ipoglicemia che si presenti due ore dopo il pasto
- fare attività fisica aerobica, passeggiate di 1 ora almeno 2 volte la settimana e stimolare i muscoli delle braccia e del tronco con pesi o elastici da trazione. In questo modo stimoliamo la produzione della massa magra, i muscoli, che si sostituiscono alla massa grassa. Così gli adipociti si sgonfiano e non si riproducono.
Attenzione, se mangiamo troppo e in modo scorretto portiamo via energia dalla natura e lei ci fa ammalare. Tra natura e corpo vince sempre la natura.