I dolori vertebrali

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Artrosi, colpi di frusta, colpo della strega, lombalgie, cervicalgie, sciatalgie, indicano dolori più o meno diffusi della colonna vertebrale. L'approccio terapeutico deve valutare la zona interessata, la durata del dolore acuto o cronico, l'estensione ad altre parti del corpo. La medicina classica utilizza antinfiammatori, antidolorifici, decontratturanti muscolari, fisioterapia. Se il paziente non ottiene miglioramenti, può indirizzarsi verso metodiche naturali come agopuntura, manipolazioni vertebrali, mesoterapia, neuralterapia, elettrostimolazione, laserterapia. Il medico esperto in queste terapie dovrà valutare ogni singolo caso, poiché il problema dei dolori alla colonna è specifico in ogni paziente, anche se la diagnosi è la stessa per la medicina ufficiale. Ci sono, infatti, dei dolori che migliorano o peggiorano col movimento, stando seduti, sdraiati, col calore, col freddo, con l'umidità. Dolori circoscritti ad una piccola zona o estesi a più fasci muscolari; che interessano tutta la gamba o alcuni parti di essa. È importante capire in quali punti il paziente sente maggior dolore per poter eseguire una corretta diagnosi ed una terapia mirata. Infatti, se non trattiamo con decisione il punto o i punti di massimo dolore, può diminuire l'effetto terapeutico. Nella stessa seduta si possono usare più metodiche per sommarne gli effetti positivi. Nei casi di dolore cronico consiglieremo al paziente di migliorare la posizione di riposo notturno e ci accerteremo sull'idoneità della rete, del materasso, del cuscino, del passaggio di cavi elettrici sopra la testa, di radiosveglie, tv, computer in camera da letto che sviluppano energie negative assorbite durante il periodo di riposo. L'obesità è un'altra causa di stress per la colonna vertebrale, perché oltre al maggior peso sopportato, la pancia prominente causa un'accentuazione della lordosi (curvatura in avanti) lombare con restringimento degli spazi intervertebrali e relativa compressione dei rispettivi nervi. Calando di peso gli spazi si riallargano, le vertebre non toccano più i nervi e il dolore sparisce. Anche il lavoro effettuato può causare dolori alla colonna. Basti pensare ai muratori che devono sollevare pesi, agli autisti che ricevono le sollecitazioni dei mezzi che guidano, alle sarte, agli impiegati, agli insegnanti, che hanno la testa posizionata in avanti e il dorso curvato all'indietro. 
Vorrei segnalare alcune particolarità sconosciute: 
1) Quando più vertebre vicine sono sublussate (mal posizionate), possono alterare il metabolismo degli organi a cui sono collegate. Così crediamo di avere mal di stomaco, dolori mestruali, stipsi ecc. che non derivano dalla disfunzione dell'organo interessato, ma dalla sublussazione delle vertebre corrispondenti. In questo caso avremo un miglioramento e addirittura una guarigione soltanto con la manipolazione delle vertebre sublussate. 
2) Caratteristica è l'estensione del dolore dalla vertebra ai tessuti molli circostanti. A parte le vertebre dorsali, dove i dolori corrono paralleli e in avanti e lungo gli spazi intercostali, le vertebre cervicali, lombari e sacrali provocano dolori irradiati più in basso della loro posizione. Se non conosciamo l'anatomia dei nervi spinali curiamo solo alcuni punti del corpo senza risalire alla causa, quindi non guariamo il paziente. Un esempio di questi errori sono le periartriti scapolo omerali, le epicondiliti. Queste sono trattate solo localmente e non a livello delle ultime vertebre cervicali responsabili del dolore almeno nel 70% dei casi. Nelle sciatalgie tratteremo oltre ai punti dolorosi della gamba e del piede anche la vertebra lombare che ne è la causa. 
3) Non è l'artrosi, parola tanto abusata nelle radiografie e nelle diagnosi mediche, a dare dolore, ma solo le malposizioni vertebrali col meccanismo di compressione nervosa. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che tutti abbiamo l'artrosi, ma solo alcuni accusano dolori. 
Mi auguro che queste notizie siano di utilità a che soffre di "artrosi" della colonna vertebrale.